Project Description

Fino a che punto?

Il traffico internazionale di giovani atleti

L’atleta come merce da comprare o vendere per realizzare una “plusvalenza” e l’atleta come macchina, dalla quale ci si aspetta il massimo rendimento. È in queste due metafore che affonda le radici il football trafficking, definizione che comprende i casi sia di tratta che di traffico di esseri umani nel calcio e in molti altri sport e che riguarda migliaia di giovani originari di regioni povere. La narrativa che va per la maggiore attribuisce le colpe a sedicenti agenti e intermediari, i quali sfruttano a proprio vantaggio l’ingenuità di giovani che nello sport intravedono la loro unica possibilità di mobilità sociale e di realizzazione. La realtà è però ben più complessa, con responsabilità condivise da tutti gli attori del sistema: club, mezzi d’informazione, federazioni e istituzioni politiche nazionali e internazionali e, talvolta, le famiglie stesse dei ragazzi coinvolti. 

“E’ il circuito del muscle drain, la depredazione delle abilità fisico-atletiche effettuate dai sistemi sportivi del Nord del mondo con lo scopo di tenere alto il grado di competitività nell’arena internazionale” (Pippo Russo). 

“I soldi che girano sono tantissimi, soprattutto nel mondo dorato del calcio, ma restano sempre nelle mani del più forte” (Riccardo Noury)

Editore: Infinito Edizioni

Autore:

Daniele Canepa (Genova, 1981) è docente freelance di lingua inglese, scrittore e copywriter. Ha insegnato lingua inglese presso le facoltà di Medicina e di Ingegneria dell’Università di Genova tra il 2005 e il 2013. Dal 2012 scrive su diversi blog e siti sportivi. Dal 2018 collabora con Mission89, Ong internazionale impegnata nella sensibilizzazione sul tema della tratta degli esseri umani nello sport.